Negli anziani arriva spesso senza dolore. Il cuore manda segnali di sofferenza che non sono sempre uguali per tutti e cambiano tra uomo e donna. Affanno, battiti irregolari, nausea i segnali a cui fare attenzione. Un po’ di affanno che prima non c’era nel salire le scale, una strana stanchezza che non passa, ogni tanto qualche dolore al torace. Ignorare questi segnali, apparentemente innocui, potrebbe costare caro e portare prima o poi a dover correre in ospedale con un infarto in corso: lo ha sottolineato un recente documento dell’American Heart Association per il quale gli esperti statunitensi hanno passato in rassegna tutti i sintomi più frequenti delle più comuni malattie cardiovascolari, in modo da poter fornire ai cittadini una sorta di «guida» per ascoltare il proprio cuore e non sottovalutarne i segnali di pericolo che ci potrebbe inviare. Leggi l’articolo completo su corriere.it
Nel 2020 ictus più letale del Covid, Eurostat rilancia un problema europeo ed italiano
Ogni anno, dal 2011 al 2020, a causa delle patologie circolatorie l’Ue ha perso circa 1,7 milioni tra uomini e donne BRUXELLES. Ictus, arteriosclerosi, trombosi, ipertensione. Disturbi e malattie circolatorie uccidono come nient’altro in Europa, anche più del Covid-19. E’ la prima causa di decesso, e lo è stato anche nel 2020, anno di confinamenti e crisi sanitarie. Une fenomeno generalizzato che non risparmia neppure l’Italia, consegnato alle pagine di cronaca per le immagini dei camion militari che in Italia portano via le bare in città deserte e strade vuote. Ma i numeri parlano chiaro: nel territorio dell’Unione europea si certificano circa 1,7 milioni di morti per malattie venose e arteriose, contro le 397.905 vite stroncate a seguito del Coronavirus. Stessa situazione anche in Italia, dove sempre nel 2020 di pandemia sono morte 73.908 persone, a fronte delle 227.350 perite a seguito di cedimento dell’apparato circolatorio. Leggi l’articolo completo su lastampa.it
Cuore, con sonno irregolare cresce rischio aterosclerosi
Avere abitudini del sonno irregolari favorisce lo sviluppo dell’aterosclerosi, una condizione che può dare luogo a ictus o infarto, secondo uno studio coordinato dal Vanderbilt University Medical Center di Nashville (Usa) e pubblicato sul Journal of the American Heart Association. Da tempo è noto il legame tra cattiva qualità del sonno e malattie cardiovascolari. Nello studio, i ricercatori hanno voluto approfondire questo rapporto concentrandosi soprattutto sugli effetti dell’irregolarità del sonno, vale a dire l’alternarsi di diverse durate del riposo notturno durante la settimana. Il team ha analizzato i dati di oltre 2mila persone tra i 45 e gli 84 anni per capire come le abitudini notturne si ripercuotessero sul rischio di sviluppare aterosclerosi (chiamata anche arteriosclerosi) cioè una perdita di elasticità delle pareti delle arterie a causa dell’accumulo di calcio, colesterolo, cellule infiammatorie e materiale fibrotico. subiva variazioni settimanali maggiori di due ore avevano un rischio fino al 40% più alto di avere calcificazioni alle arterie coronarie, del 12% in più di avere placche alle carotidi e quasi doppio (+91%) di avere occlusioni alle arterie degli arti inferiori. “Mantenere abitudini del sonno regolari e diminuirne la variabilità è un comportamento vita facilmente regolabile che può, non solo aiutare a migliorare il sonno, ma anche a ridurre il rischio cardiovascolare”, ha affermato la prima firmataria dello studio Kelsie M. Full. RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA
Siamo sicuri che il fascicolo sanitario elettronico non sia già superato da tempo?
Gentile direttore,ho letto con molta attenzione la lettera al Direttore di Michelangelo Bartolo, Responsabile Telemedicina Territoriale ed Ospedaliera della Regione Lazio, del 23 febbraio 2023. Da anni ritengo che la telemedicina possa aiutare il rapporto medico paziente riducendo l’anamnesi che può essere solo aggiornata e non riscritta, come la prescrizione di farmaci, gli esami ecc. Financo ritengo che possa aiutare la necessaria empatia nel momento del contatto diretto indispensabile per una diagnosi ed una terapia adeguata. A tal proposito ritengo che il fascicolo sanitario dopo decenni e decine di miliardi di euro spesi non sia mai partito in modo adeguato se non per la famosa ricetta dematerializzata, che proprio in questi giorni il governo ha rinnovato fino al 31 dicembre 2024, che i cittadini hanno imparato a conoscere durante il periodo del Covid. Un sistema così complicato non raggiungerà mai ogni struttura pubblica o privata. Pensiamo solo alla differenza fra regioni. E’ superato già da tempo. Credo invece che il mio diario della salute, History Health, inventato nel 2013, era già allora futuro. L’ho presentato al Presidente di Lombardia Informatica nel 2014; al Garante della Privacy Antonello Soro nel 2015 e a Milano Digital Week nel 2019. History Health è un grande armadio pieno di cassetti, leggero come una nuvola, in cui gli operatori sanitari scrivono tutto quello che riguarda la salute e la malattia dei cittadini. E’ azionabile solo dall’impronta digitale (in altre nazioni genera un pin per poterlo visionare ovunque) del cittadino, che può solo visionarlo, e dall’operatore sanitario che può anche aggiornarlo. Nulla più è cartaceo ma racchiuso in uno spazio personale con server presso il Ministero della Salute. E’ un software ma anche una applicazione. Ogni cassetto chiude una implementazione. Si può avere una allerta per visite e farmaci. Si ha una prescrizione cronica sempre utilizzabile (non occorrerà più riscriverla ma verrà bloccata, a scelta del medico, per controlli indispensabili alla continuazione terapeutica). Si ha la ricetta sempre con se visionabile e consegnabile, dopo autenticazione del farmacista, senza necessità di perdite di tempo. Sicuramente i pazienti avranno sempre con loro tutto ed il tempo della visita verrà meglio impegnato. I farmaci cronici non brand, che potrebbero essere prodotti dall’unica azienda farmaceutica pubblica italiana, potrebbero essere inviati direttamente a casa del paziente con un risparmio enorme di soldi pubblici. Anche in questo caso il sistema interromperebbe la spedizione periodicamente per gli indispensabili controlli. Ma la cosa migliore l’avrebbero potuta sperimentare i pazienti arrivati soli e senza possibilità di colloquio parenterale durante il periodo del Covid, così come potrebbe succedere ad ogni emergenza. Al pronto Soccorso basta alzare il dito al cittadino per sapere immediatamente le terapie, il gruppo sanguigno ed ogni cosa utile ad un intervento il più possibile veloce. Dott. Domenico De Felice