Avere abitudini del sonno irregolari favorisce lo sviluppo dell’aterosclerosi, una condizione che può dare luogo a ictus o infarto, secondo uno studio coordinato dal Vanderbilt University Medical Center di Nashville (Usa) e pubblicato sul Journal of the American Heart Association. Da tempo è noto il legame tra cattiva qualità del sonno e malattie cardiovascolari. Nello studio, i ricercatori hanno voluto approfondire questo rapporto concentrandosi soprattutto sugli effetti dell’irregolarità del sonno, vale a dire l’alternarsi di diverse durate del riposo notturno durante la settimana. Il team ha analizzato i dati di oltre 2mila persone tra i 45 e gli 84 anni per capire come le abitudini notturne si ripercuotessero sul rischio di sviluppare aterosclerosi (chiamata anche arteriosclerosi) cioè una perdita di elasticità delle pareti delle arterie a causa dell’accumulo di calcio, colesterolo, cellule infiammatorie e materiale fibrotico. subiva variazioni settimanali maggiori di due ore avevano un rischio fino al 40% più alto di avere calcificazioni alle arterie coronarie, del 12% in più di avere placche alle carotidi e quasi doppio (+91%) di avere occlusioni alle arterie degli arti inferiori. “Mantenere abitudini del sonno regolari e diminuirne la variabilità è un comportamento vita facilmente regolabile che può, non solo aiutare a migliorare il sonno, ma anche a ridurre il rischio cardiovascolare”, ha affermato la prima firmataria dello studio Kelsie M. Full. RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA
Siamo sicuri che il fascicolo sanitario elettronico non sia già superato da tempo?
Gentile direttore,ho letto con molta attenzione la lettera al Direttore di Michelangelo Bartolo, Responsabile Telemedicina Territoriale ed Ospedaliera della Regione Lazio, del 23 febbraio 2023. Da anni ritengo che la telemedicina possa aiutare il rapporto medico paziente riducendo l’anamnesi che può essere solo aggiornata e non riscritta, come la prescrizione di farmaci, gli esami ecc. Financo ritengo che possa aiutare la necessaria empatia nel momento del contatto diretto indispensabile per una diagnosi ed una terapia adeguata. A tal proposito ritengo che il fascicolo sanitario dopo decenni e decine di miliardi di euro spesi non sia mai partito in modo adeguato se non per la famosa ricetta dematerializzata, che proprio in questi giorni il governo ha rinnovato fino al 31 dicembre 2024, che i cittadini hanno imparato a conoscere durante il periodo del Covid. Un sistema così complicato non raggiungerà mai ogni struttura pubblica o privata. Pensiamo solo alla differenza fra regioni. E’ superato già da tempo. Credo invece che il mio diario della salute, History Health, inventato nel 2013, era già allora futuro. L’ho presentato al Presidente di Lombardia Informatica nel 2014; al Garante della Privacy Antonello Soro nel 2015 e a Milano Digital Week nel 2019. History Health è un grande armadio pieno di cassetti, leggero come una nuvola, in cui gli operatori sanitari scrivono tutto quello che riguarda la salute e la malattia dei cittadini. E’ azionabile solo dall’impronta digitale (in altre nazioni genera un pin per poterlo visionare ovunque) del cittadino, che può solo visionarlo, e dall’operatore sanitario che può anche aggiornarlo. Nulla più è cartaceo ma racchiuso in uno spazio personale con server presso il Ministero della Salute. E’ un software ma anche una applicazione. Ogni cassetto chiude una implementazione. Si può avere una allerta per visite e farmaci. Si ha una prescrizione cronica sempre utilizzabile (non occorrerà più riscriverla ma verrà bloccata, a scelta del medico, per controlli indispensabili alla continuazione terapeutica). Si ha la ricetta sempre con se visionabile e consegnabile, dopo autenticazione del farmacista, senza necessità di perdite di tempo. Sicuramente i pazienti avranno sempre con loro tutto ed il tempo della visita verrà meglio impegnato. I farmaci cronici non brand, che potrebbero essere prodotti dall’unica azienda farmaceutica pubblica italiana, potrebbero essere inviati direttamente a casa del paziente con un risparmio enorme di soldi pubblici. Anche in questo caso il sistema interromperebbe la spedizione periodicamente per gli indispensabili controlli. Ma la cosa migliore l’avrebbero potuta sperimentare i pazienti arrivati soli e senza possibilità di colloquio parenterale durante il periodo del Covid, così come potrebbe succedere ad ogni emergenza. Al pronto Soccorso basta alzare il dito al cittadino per sapere immediatamente le terapie, il gruppo sanguigno ed ogni cosa utile ad un intervento il più possibile veloce. Dott. Domenico De Felice